Tra qualche settimana terrò un convegno sul libro “La grande utopia” insieme al suo autore, il professore Salvatore Di Bartolo. L’argomento principale è il Reddito di cittadinanza. Un’idea rivelatasi soltanto una vera e propria compravendita di voti per un partito ormai scomparso checché ne dica Conte con i suoi video strampalati su Tiktok.
A pochi passi da lui in uno schieramento ideale si sta formando un’accozzaglia della peggior specie: Letta–Calenda–Fratoianni. Avrei dovuto avvisarvi prima, faccio mea culpa. Leggere tre nomi così ravvicinati farebbe sentire male pure il miglior Clint Eastwood in “Per un pugno di dollari”. Eppure questo sinistro coacervo si sta organizzando per governare l’Italia a suon di doti ed europeismo a tamburo battente.
La dote ai diciottenni rappresenta l’ennesima carognata nei confronti dei ceti produttivi. Ma sì, alziamo la paghetta a questi giovani e rendiamo le nostre schiere di elettori sempre più folte. Prima gli distruggono il futuro, poi li “rimborsano” con una dote che, in realtà, altro non è che l’ennesima tassa sulle povere teste cornute dei loro genitori.
Non sia mai che si parli di valori e di lavoro. Parole vetuste, antiche, forse addirittura fasciste! Meglio rimanere schiavi a vita con lo Stato in veste di papà che elargisce il denaro contante. D’altronde dalla suddetta combriccola che cosa ci si può aspettare? Nessun programma, divisioni profonde, distanze inconciliabili: l’unico strumento è il denaro. Compriamo sto popolo va. D’altronde le catene gliele abbiamo messe a suon di lockdown, mascherine, vaccinazioni obbligatorie ed ecologismo a tutto spiano.
Generazioni sempre più deboli faranno sempre più spazio ad etnie sempre più forti.