No, cara Giorgia, non ci sto. Tralasciamo il piattume e i vari dazi da pagare con fior di oboli, ma definire tutti i “conservatori pienamente inseriti nel gioco UE” è una falsità senza precedenti. Purtroppo bisogna capirla: deve trovare quella credibilità internazionale affinché venga scelta come propretore della provincia italica. Altrimenti a cosa servirebbe questa declinazione dei conservatori al gioco UE?
Torniamo ai blocchi di partenza. Io non ci sto. Noi conservatori cresciuti con Schmitt, Heidegger, Nietzsche, Saint-Exupery, La Rochelle, Céline, D’Annunzio, Corti e tutto il resto sicuramente non meno importante; non possiamo rimanere fermi e in silenzio di fronte a queste dichiarazioni. Al giogo materialistico dell’Unione Europea preferiamo quello del sangue e della terra.
Dunque, cara Giorgia, noi non ci stiamo. Parla pure con gli atlantisti, guerriglieri contro il sacro. Porta pure avanti le bandiere della libertà e della democrazia, le quali – citando Buttafuoco – sono due illusioni che non hanno neppure bisogno di nutrire utopie, ma solo di formale enunciazione. L’individuo rimarrà sempre lo stesso, sia il propretore destro o sinistro: un consumatore consunto.
E noi che ripudiamo la merce, ameremo per sempre il candore delle statue greche e la spietata volontà romana, il tocco di Raffaello e le Bagattelle alla francese. Non ci dispiace neanche un po’ Giorgia. La vera opposizione siamo noi.