Dalla mezzanotte di oggi, anche tutta la regione Lombardia passa dall’arancione all’arancione rinforzato. L’ordinanza che decreta il cambio di colore è stata firmata nella giornata di ieri dal governatore Attilio Fontana che, visto l’andamento della curva epidemiologica, ha deciso di adottare un’ordinanza valevole per l’intero territorio regionale dopo averne emesse svariate nei giorni scorsi limitate a singoli comuni e province. Ordinanza che va a sommarsi a quelle già emanate da altri governatori nelle scorse ore, ed alla quale ne seguiranno verosimilmente delle altre già a partire da questo fine settimana.
Ma cosa cambia con il passaggio all’arancione scuro? La novità più rilevante è senza dubbio la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado in tutto il territorio regionale, fatta eccezione dei nidi. Ed è proprio qui che vanno ricercate le ragioni che hanno indotto il nuovo esecutivo ad introdurre tra le fasce già presenti anche la zona arancione rinforzata: consentire ai governatori di poter chiudere le scuole non solo in zona rossa ma anche in arancione. Perché questo di fatto è l’arancione rinforzato: una zona arancione a tutti gli effetti con l’unica eccezione delle scuole che restano invece chiuse.
Ennesimo stop dunque per la scuola italiana, nonostante i tanti proclami del nuovo esecutivo e le tante critiche indirizzate all’ormai arcinota didattica a distanza anche da parte del premier Draghi. Dal prossimo lunedì infatti, quasi il 75% degli studenti italiani resteranno a casa per i prossimi dieci giorni, salvo eventuali nuove proroghe. Proroghe che ad oggi sembrano apparire molto verosimili, lasciando intravedere un rientro degli studenti nelle aule solo dopo Pasqua.
La sensazione è che dunque, sul tema scuola ma non soltanto su quello, si sia finto di cambiare tutto per non cambiare in realtà nulla, come da tradizione tipicamente gattopardesca. Ad uscirne sconfitti saranno senza ombra di dubbio gli studenti italiani, che ormai si accingono a completare il secondo anno del loro percorso scolastico a distanza.
DI BARTOLO SALVATORE